Fly High

Ciof. Non poteva che essere del fratellino di Edoardo Zattin, Giacomo, il tiro che ha inaugurato il nuovo canestro dell’Istituto Salesiano Manfredini. Un centro perfetto, come quello che l’associazione Backtoplay ha tenuto in serbo per la giornata di sabato 15 aprile, sotto un sole mite che ha rischiarato il campo da gioco appena ristrutturato e diradato l’ombra di amarezza dai volti del pubblico. Non completamente, è vero; ma d’altronde, come afferma saggiamente papà Enrico, l’unica strada per superare un dolore tanto grande è farne un’opportunità di crescita, da incanalare dentro di sé e trasmettere al prossimo. Ed aiutare i ragazzi a crescere a contatto con la pallacanestro è l’obiettivo che ha sempre guidato l’associazione Backtoplay, sin dalla sua fondazione. 

La sua breve storia, cominciata nel periodo più difficile della pandemia, è stata ripercorsa brevemente nella cerimonia d’apertura di Back to Flower, a cui hanno assistito almeno centocinquanta persone tra familiari, amici di vecchia data di Edoardo e appassionati di basket. 

Dal primo torneo estivo alle recenti iniziative di stampo solidale, Backtoplay ha ampliato i suoi orizzonti con le forze della passione e dell’impegno fino a raggiungere l’apice, quel canestro che ora svetta tra le fronde degli alberi in una cornice di speranza per le future generazioni. Gli interventi di Tobia, membro dello staff, e dei genitori di Edoardo hanno sottolineato con profonda commozione l’importanza dell’evento e la loro gratitudine per la dedica speciale incisa nella targa con le parole “fly high”: un invito a volare alto, a credere e a migliorare nello sport, sull’esempio di questo ragazzo. Per la famiglia Zattin, in particolare, sapere che il valore sportivo e umano di Edoardo potrà ispirare i giovani ha certamente sciolto parte di quel dolore in un fattore positivo, da cui tutti potranno trarre un insegnamento. Era presente all’inaugurazione anche l’assessore alla cultura Luigia Businarolo, che ha preso parte ai calorosi saluti e al ringraziamento da parte del Comune di Este. 

Il gruppo si è radunato successivamente intorno all’aiuola della Madonnina di Santa Maria Ausiliatrice, da poco ristrutturata, dove Don Paolo ha accompagnato la sua benedizione dal ricordo di Don Bosco: noto per aver sempre tentato di promuovere la creazione di spazi all’aperto, l’installazione del terzo canestro ne prosegue, in un certo senso, la volontà di prendersi cura dei ragazzi nel corso della loro crescita, fino all’età adulta. Perché il basket ha sempre rappresentato un momento di condivisione per loro, un porto sicuro dove trovare riparo dalle preoccupazioni del mondo. Perché a volte, per qualcuno, basta sentire il fruscio della retina per ritrovare il sorriso e un pizzico di felicità. I problemi alle spalle e la vita, un dono fragile e prezioso, davanti agli occhi. Ciof.